LA MIA ESPERIENZA DA ANIMATRICE

di Maria Celeste Gandolfo

Quando da piccola andavo all’oratorio, una delle cose che facevo più spesso era contare quanti anni ci sarebbero voluti prima di diventare animatrice e, finalmente, quest’anno è arrivato.

All’inizio ero emozionata, devo dire che avevo un po' di ansia e qualche paranoia si faceva sentire: mi chiedevo se ne sarei stata capace, se i bambini mi avrebbero ascoltata o semplicemente se gli animatori più grandi mi avrebbero accolta nel loro gruppo. Già un mesetto prima dell’inizio dell’oratorio ho deciso di mettermi all’opera scrivendo l’inno insieme ad una mia amica e inserendomi nel gruppo che doveva scrivere i copioni delle scenette. Dal quel momento le mie ansie sono sparite e non vedevo l’ora che arrivasse quel 9 giugno, data di inizio dell’oratorio.

Ogni giornata passata insieme ai bambini è stata piena di giochi, corse e risate ma anche piena di momenti di responsabilità e impegno. Una cosa che mi ha colpito fin da bambina era la passione e la gioia che mi trasmettevano gli animatori e per questo sognavo di diventare come loro, quindi i piccoli sacrifici che ho fatto quest’anno sono una sorta di ringraziamento per le persone che mi hanno insegnato a mettere gli altri al primo posto e a fare gioco di squadra.

Per me è stata un’esperienza meravigliosa sotto tutti i punti di vista: anche solo insegnare a una bimba più piccola a fare il segno della croce, aiutarla a fare un lavoretto o rispiegarle il gioco perché non aveva capito, sono piccole cose che mi facevano venire ogni giorno di più la voglia di alzarmi alle 7.00 del mattino per organizzare al meglio la giornata. Lì mi sono trovata bene fin da subito perché anche i momenti più pesanti, come le pulizie, diventavano leggeri e pieni di allegria con la musica a tutto volume e tanta collaborazione. Ma una delle cose più belle su cui mi piace spesso riflettere è che, anche pieni di attività da fare, siamo sempre riusciti a trovare un momento per Dio, ad esempio con le preghiere del mattino prima dell’accoglienza, che mi davano la forza e la pazienza di affrontare i piccoli inconvenienti della giornata.

Queste poche settimane mi hanno fatto capire che essere animatrice significa regalare sorrisi, ma anche riceverli. Quest’anno per me è stato solo l’inizio dell’avventura e non vedo l’ora che continui con il prossimo oratorio.