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QUANDO I MORTI APPREZZANO

UN MODO INASPETTATAMENTE FACILE PER AIUTARE I NOSTRI CARI DEFUNTI

di padre Bruno de Cristofaro icms

L’homo insipientis del terzo millennio ha riempito con vagonate di retorica il vuoto che sperimenta di fronte alla morte.

Di fronte alla morte dei cari, la morte improvvisa, la morte “prematura”, la morte violenta o la morte “tranquilla”, riecheggiano innumeri frasi fatte. Dai pulpiti o dalle bocche pietose, sulle lapidi o sulle facce allungate ad arte. E via consolando.

Ma fanno davvero la differenza, per chi è morto (e magari sta ancora scontando i propri peccati) cose tipo: “Sarai sempre nei cuori di chi ti ama”? Forse si. Forse.

Ma, con tutto il rispetto, la Chiesa cattolica ha messo in mano ai suoi figli qualcosa di più concreto, qualcosa di efficace, qualcosa che certamente i morti apprezzano: le indulgenze. Che se un defunto sale la tremenda erta del Purgatorio, e i suoi parenti da quaggiù gli accorciano il cammino, quello non può che ringraziare (e intercedere, se permettete).

Ecco perché nel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, conviene un ripasso di quanto sintetizzato al numero 29 del Manuale delle indulgenze:

«§ 1. Si concede l’indulgenza plenaria, applicabile soltanto alle anime del Purgatorio, al fedele che
1) nei singoli giorni, dal 1° all'8 novembre, devotamente visita il cimitero e prega, anche
soltanto mentalmente, per i defunti;
2) nel giorno in cui si celebra la Commemorazione di tutti i fedeli defunti (o, col consenso del
Ordinario, la Domenica antecedente o susseguente, oppure nella solennità di Tutti i Santi) visita piamente una chiesa o un oratorio e vi recita un Padre nostro e un Credo.

§ 2. Si concede l’indulgenza parziale, applicabile soltanto alle anime del Purgatorio, al fedele che,
1) devotamente visita il cimitero e prega, anche soltanto mentalmente, per i defunti;
2) devotamente recita le Lodi o i Vespri dell’Ufficio dei defunti o l'invocazione L'eterno riposo»

Si, oggi -come tutto il mese di novembre- è un’altra (grande) occasione per rimboccarsi le maniche e far contento (davvero) qualcuno che amiamo.

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