Il coro n. S. di Fatima
Quando l'uomo loda Dio, la sola parola non basta. La parola rivolta a Dio supera i limiti del parlare umano. Per questo, la parola, per sua natura, ha sempre chiamato in aiuto la musica, il cantare e le voci del creato nel suono degli strumenti. Il culto divino, infatti, non è prerogativa dell'uomo; è un far coro con ciò di cui tutte le cose parlano.
D'altronde, la Chiesa canta fin dai tempi di Gesù e degli apostoli, che hanno partecipato al canto nella sinagoga e lo hanno portato con sé nella Chiesa.
Una testimonianza illuminante ci viene dalla decisione di Sant'Agostino di convertirsi. Egli descrive nelle Confessioni il momento in cui entrò in lui la risoluzione di aderire al cristianesimo: il vedere il Vescovo Sant'Ambrogio e i fedeli della sua Chiesa milanese che pregavano e cantavano, compatti come un solo corpo.
E scriverà Sant'Ambrogio, commentando il cantare dei fedeli: "Le loro salmodie rivaleggiano col mormorare dell'onde che sciabordano lievemente. Che cos'è il canto del mare, se non un'eco dei canti dei canti dell'assemblea cristiana? Mentre il popolo prega tutto insieme, scroscia come il riflusso di onde spumeggianti, quando il canto degli uomini, delle donne, delle vergini, dei ragazzi fa eco ai responsori dei salmi come l'armonioso fragore dell'onde".
La musica sacra, il canto liturgico permette proprio di percepire la santità di Dio, in modo da "stendere" un ponte che consente alle persone di far incontrare il loro desiderio di Dio col desiderio di conformare la loro vita alla Sua.
Per questo in Santuario esiste una corale: per far elevare i cuori e le menti verso Dio. Essa è composta di uomini e donne, bambini e adulti, che fanno vera musica, che cercano di far partecipare sempre più attivamente l'assemblea che prega e canta, senza compromettere la dignità della liturgia. Il coro non sta di fronte ad una Comunità in ascolto, che guarda, ma è esso stesso parte della comunità.
Il coro del Santuario, nel rispetto della Tradizione liturgica della Chiesa, anima tutte le liturgie: dalle Celebrazioni Eucaristiche domenicali, al Primo sabato del mese; dalle celebrazioni in onore di N. S. di Fatima, i 13 da maggio ad ottobre, alle Veglie di preghiera.
La Regola di san Benedetto afferma chiaramente: «Consideriamo, perciò, come dovremmo comportarci alla presenza di Dio e dei suoi angeli e manteniamoci in forma tale che le nostre menti siano in accordo con le nostre voci».
100 modi per dire “ti amo” a dio!
Il sacrifico è la misura dell’amore e, in un tempo tradizionalmente votato alla penitenza, alla carità e alla preghiera, elenchiamo alcuni modi con cui possiamo dire a Dio: «Ti amo», mostrandogli il nostro amore, concreto, reale, vissuto, senza sdolcinerie, ma di sicuro, toccante.è con noi la luce! il significato della “candelora”.
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Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere. (San Tommaso Moro)